di Giovanna Di Rosa
Mentre Rita Dalla Chiesa chiude l’agone elettorale con una pessima battuta, perché quella voleva essere, che forse nemmeno lei avrebbe voluto fare, va peggio che a lei solo a Salvini, che si ritrova miniaturizzato dal 31 e passa per cento di cinque anni fa al 5,4% (e dietro a Forza Italia che lo supera anche in Umbria, dove Salvini passa dal 36,7% al 7,7%, quasi trenta punti in meno) e deve rifugiarsi in un disperato e disperante “Gli elettori hanno sempre ragione”. Lo scrive il nostro quotidiano Sassuolonotizie.it.
Il segretario-Zelig cravatta rossa alla Trump è alla canna del gas. E spera nel Veneto – ma siccome Fratelli d’Italia tiene, vorranno imporre un loro candidato, anche se Zaia scalpita per il terzo mandato.
Ma veniamo al resto. Il PD in Emilia-Romagna guadagna 7 punti rispetto alle ultime regionali e prende più voti dell’intera destra all’opposizione per l’ennesima volta in regione. Anche in Umbria le cose non vanno meglio per le destre. Rispetto alle scorse regionali si salva FdI che raccoglie il 19,5%, cioè il 9% in più rispetto alle scorse regionali. Cosa si nota? Un dettaglio: dentro l’elettorato di destra si passano i voti (e gli eleggibili) da un partito all’altro. Escono da Forza Italia, entrano in Fratelli d’Italia, scivolano nella Lega, escono e rientrano, tanto sempre voti di destra sono.
“Una vittoria plurale e collettiva” l’ha definita Schlein dopo che il suo PD si trova ad essere primo partito in entrambe le regioni (ed è primo partito anche in Liguria dove le regionali sono state vinte da Bucci, che con le sue civiche ha preso più voti di Meloni): il PD, ha continuato Schlein, “è al 43% (42,9% ndr) in Emilia-Romagna, con 8 punti in più rispetto alle regionali di cinque anni fa e oltre 7 rispetto alle Europee di giugno. A confronto con le Politiche del 2022, stiamo parlando di 15 punti in più in due anni” e il è primo partito “anche in Sardegna”. Difficile comprendere come i sondaggi nazionali diano una situazione cristallizzata dove nulla si muove, quando le regionali parlano un’altra lingua.
Il M5S, in caduta libera come sempre a livello locale, aspetta nel frattempo i suoi stati generali.
(19 novembre 2024)
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