Negli ultimi giorni hanno tenuto banco, nella politica italiana, cose importantissime come le carezze alla poliziotta, i premi di 100mila euro che si volevano regalare alla pugile perdente (sempre quella della carezza) sdegnosamente (e giustamente) rifiutati, perché si ha sempre una dignità da difendere in questi mondo di pavidi; e poi le dissertazioni colte sul sesso di donne ritenute diverse dimenticandosi dei muscoli da lottatore delle sorelle Williams sulle quali nessuno si è mai sognato di fare battute imbecilli, ma loro erano born in USA e ci vuole rispetto; ciliegina sulle torta le campionesse olimpiche scambiate per Hulk e i ridicoli vilipendi presunti a un’ultima cena che era, invece, una citazione da Rablais.
Tali importantissimi accadimenti sono stati sottolineati da argute battute di ministre delle quali nemmeno ci si ricorderà il cognome e reiterate battute sulle caratteristiche somatiche della miglior pallavolista dei Giochi, condita da presa in giro del deputato europeo già sedicente scrittore; dietro di loro, protagonisti per una stagione perché non si può lasciare il palcoscenico solo a Mollicone, il silenzio tombale di Salvini (alle prese con un Vannacci debordante che fa al segretario ciò che il segretario ha fatto ad altri) e le felpate e poco appariscenti dichiarazioni di Meloni che si complimenta con i campioni olimpici. Perché sono in ferie come tanti altri italiani, ferie sacrosante soprattutto quando ce le siamo meritate con applauso, e bisogna riposarsi.
Perché in autunno avranno bisogno di tutte le loro energie per trovare panzane credibili a giustificazione di una situazione che prevedrà tagli da tutti le parti con la Legge di Bilancio che parte da -12 miliardi (vi racconteranno che è colpa dell’UE, ma l’accordo l’hanno firmato anche loro) e con una procedura di infrazione in corso (ma è colpa di Macron).
A questo si aggiungerà l’ennesima esposizione al pubblico ludibrio della politica italiana che, grazie agli endorsement alla propaganda anti Khelif regalati dal dono peculiare di riconoscere i cromosomi ad occhio nudo, hanno fatto storcere il naso al CIO che sta cercando di vederci chiaro. Loro cosa faranno? Cercheranno di far saltare in aria Malagò (“Sto con Carini, ma per il CIO gli esami di Khelif sono regolari”) perché libertà e verità non vanno d’accordo quasi mai, e perché di una vittima sacrificale c’è sempre bisogno, soprattutto se si avverte l’urgenza di trovare una poltroncina all’ennesimo incapace.
Perché per questi governare non è fare il bene di tutti, ma è fare battute argute, lanciare provocazioni gratuite, non riuscire ad affrontare ciò che c’è da affrontare, limitare il più possibile il dissenso, ma senza esagerare e far saltare in aria persone capaci per sostituirli con fedeli adepti.
Dall’altra parte, invece, c’è un’opposizione da ombrellone che se non si inventa putiferi su post innocui (come quello di Vespa che, punteggiature e sottolineature dei nuovi sedicenti direttori scientifici da Accademia della Crusca de noantri, era innocuo) o se non manda un Andrea Orlando in avanscoperta in Liguria senza che nemmeno lui sappia il perché, non sa cosa fare.
La frase estiva da ricordare? “Non era una gara ad armi pari”. Sfugge, almeno così pare, che come in tutte le gare di pugilato chi le prende le prende forte e chi le dà le dà più forte. Si inventino regole nuove: dopo la boxe thailandese arriverà la boxe italiese. Vietata ad Hulk.
(12 agosto 2024)
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