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Autonomia differenziata, ora il Referendum abrogativo

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Non resta che il referendum. Così le opposizioni – PD e AVS più Italia Viva e Azione – che hanno riempito all’inverosimile Piazza del Popolo a Roma, alle quali si aggiunge per apparente puro opportunismo (Conte non se la sta giocando bene) anche il M5S, hanno deciso in modo unitario di dare il via alla campagna referendaria per l’abrogazione della Legge sull’Autonomia Differenziata che spacca l’Italia.

E così Meloni e Salvini hanno ottenuto un primo straordinario risultato: ricompattare le opposizioni che rappresentano quella larga parte di elettorato che non li vota e riportarli in piazza e poi per le strade con i gazebo di raccolta firme. Molte grazie.

E ‘ stato il PD a prendere in mano la situazione per bocca di Francesco Boccia subito a dichiarare che “Il Pd, insieme alle altre opposizioni, ai movimenti e alla società civile, è pronto a raccogliere da subito le firme per un referendum contro lo “spacca-Italia”, un provvedimento che sicuramente verrà bocciato”. Matteo Renzi lo ha seguito a ruota (“Chiederò alle oltre duecentomila persone che hanno messo il mio nome sulla scheda elettorale di firmare il referendum abrogativo contro l’Autonomia differenziata” e speriamo che sil suo appoggio serva più al referendum di quanto sia servito a Italia Viva alle recenti Europee. Salta sul carro anche Conte con la solita, ormai stucchevole, frase ad effetto: “Spaccano l’Italia col favore delle tenebre”.

La più efficace è stata Elly Schlein, segretaria dei democratici: “Tutta la notte in Parlamento pur di approvare l’Autonomia differenziata e brandire lo scalpo del Sud prima dei ballottaggi“. Poi c’è una nota di Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna e presidente del PD che si dichiara “stupito” del “silenzio assordante dei governatori del Sud della destra” lui che in un primo tempo l’Autonomia Differenziata l’ha pure sostenuta, ma con paletti chiari che non ci sono più. Silenzio, per onor di cronaca, anche da sindaci e parlamentari meridionali che rappresentano queste destre destabilizzatrici in parlamento.

Ora bisogna sperare che Schlein e soci non commettano l’errore di chiedere agli Italiani di votare la solita lunghissima serie di quesiti referendari dallo sviluppo semantico incomprensibile. Un singolo referendum contro chi spacca l’Italia è già più che sufficiente. Ma Landini vorrà infilarci, già che c’è, anche quello conto il jobs-act.

 

 

(20 giugno 2024)

©gaiaitalia.com 2024 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 





 

 

 

 

 

 



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